Il seguente articolo è
tratto dalla rivista "Le scienze".
Il sonno REM è il
proverbiale rebus, avvolto in un mistero all’interno di un enigma.
In sintesi:
- I mammiferi
sperimentano due tipi di sonno – il sonno REM e quello non-REM – che
si alternano in un ciclo regolare.
- Il sonno non-REM è
per il cervello uno stato di riposo e riparazione, mentre il sonno
REM è accompagnato da alti livelli di attività metabolica cerebrale
e sogni vividi.
- Anche piccole
riduzioni della durata del sonno conducono a un progressivo
incremento della sonnolenza nello stato di veglia, dato che il
cervello si sforza di ripagare il debito di sonno. Questa condizione
provoca una concentrazione lacunosa, carenza di motivazioni e
prestazioni intellettive al di sotto dei livelli ottimali.
- Gli esseri umani
non hanno tempi di sonno REM particolarmente lunghi – da 90 a 120
minuti per notte – se confrontati con quelli degli altri mammiferi.
(E se gli esseri umani con buone prestazioni scolastiche o con
elevato quoziente intellettivo non mostrano di avere fasi REM del
sonno in misura maggiore o minore di coloro che ottengono i punteggi
più bassi.) Comunque, la quantità di tempo trascorso nel sonno REM
cambia nel corso della vita di un individuo. In tutti gli animali
sinora studiati, la quota di tempo dedicata al sonno REM è massima
nelle prime fasi di vita del soggetto e scende gradualmente a un
livello inferiore e costante nell’età adulta.
Quanto Dormono?
La dimensione corporea
è il principale fattore che determina la quantità di sonno di cui una
specie ha bisogno. Più grande è l’animale, minore è la durata del sonno
che gli è necessaria.
Ore |
Opossum |
Ornitorinco |
Furetto |
Gatto |
Cane |
Uomo |
Delfino |
Elefante |
non-REM |
11,4 |
6 |
8,4 |
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6 |
9,8 |
2,5 |
REM |
6,6 |
8 |
6 |
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2 |
0,2 |
0,5 |
Totali |
18 |
14 |
14,4 |
12,5 |
10,1 |
8 |
10 |
3 |
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Quanto dormono? |
La dimensione corporea è il principale fattore che determina la quantità di sonno di cui una specie ha bisogno. Più grande è l'animale, minore è la durata del sonno che gli è necessaria. |
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La Piramide per un sonno rigeneratore |
Una buona piramide orientata con un lato al nord, lontana da fonti elettromagnetiche, da metalli e specialmente da nodi di Hartman è il modo migliore per godere di un buon sonno. La testa deve stare a sud. |
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Quante ore di sonno REM per specie |
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Sito Americano sul Sonno
Perchè Dormiamo ? (.doc)
Why we Sleep? Scientific American, Nov 2003 (.pdf)
Nodi Hartman cosa dice un architetto
Un parere contro la veridicità dei nodi di Hartman
I nodi di Hartman
Hartman
Feng Shui - Camera da letto
Il sonno consolida le nuove informazioni Le persone che vanno a dormire
dopo aver studiato qualcosa di nuovo presentano un maggior livello di
attività cerebrale anche durante la notte
http://www.lescienze.it/index.php3?id=9183
MORFEO DORMIRE SANO
Alcune brevi
notizie sull'insonnia: cause, conseguenze, consigli e 10 regole utili a
tutti per dormire meglio.
URL:
http://www.morfeodormiresano.it/it/218/sonno-e-salute/home.aspx
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CHI NON DORME INGRASSA
ROMA - Faticose lezioni in palestra,
interminabili giri di jogging al parco sotto casa, macché, per rimanere
in forma il primo esercizio è dormire bene, infatti lesinando ore
preziose al riposo notturno l'ago della bilancia si impenna perché
l'ormone spezza-appetito (leptina) subisce un crollo brusco del 30%.
E sarebbero circa 9 milioni gli italiani a rischio sovrappeso per colpa
delle notti insonni, secondo gli specialisti riuniti per il XV Congresso
Nazionale dell'Associazione Italiana di Medicina del Sonno organizzato
dal Policlinico di Tor Vergata di Roma in collaborazione con
l'Università di Tor Vergata e la Fondazione Santa Lucia.
L'insonnia, dà un aiuto decisivo alla sempre più diffusa tendenza al
sovrappeso: negli ultimi dieci anni infatti l'indice di massa corporeo
medio è aumentato di un punto e mezzo, mentre si è passati dalle 8-9 ore
di riposo notturno registrate negli anni '90 alle 6-7 ore per notte
dormite in media oggi.
La stretta correlazione fra le ore di sonno e l'aumento di peso corporeo
è confermata anche da una ricerca del Dipartimento di Medicina Interna
dell'Università di Chicago su 1000 persone: nei soggetti costretti a
dormire 4-6 ore al giorno già dopo una settimana cresce inesorabilmente
la voglia di mangiare. E in più dormire poco innesca un pericoloso
circolo vizioso: i chili che aumentano vanno a pesare anche sulla
qualità del sonno, avverte Maria Grazia Marciani, Presidente del
Congresso e Ordinario di Neurofisiopatologia al Policlinico romano.
Infatti si calcola che il 50% delle donne e l'80% degli uomini con
problemi di obesità si trovano ben presto alle prese con disturbi
respiratori notturni che compromettono il sonno.
"Non dormire mai abbastanza fa saltare gli equilibri del nostro
metabolismo insiste l'esperta. E non bisogna illudersi di poter
recuperare il sonno perso di notte con pennichelle e pisolini diurni,
perché il riposo notturno è quello più importante per garantire un
corretto assetto ormonale, che dipende in larga misura dall'alternanza
luce/buio e veglia/sonno". Modificare i ritmi e le abitudini può
pregiudicare la produzione di ormoni come melatonina, cortisolo o anche
leptina, l'ormone spezza-fame, e la grelina, che invece aumenta l'appetitò,
aggiunge Luigi Ferini Strambi, Presidente dell'Associazione Italiana
Medicina del Sonno.
La carenza di sonno incide poi sulla regolazione della glicemia aprendo
la strada allo sviluppo del diabete; senza contare gli effetti delle
notti insonni su umore e capacità lavorativa, continua Ferini Strambi.
Due-tre ore di sonno in meno ogni notte per appena una settimana
comportano infatti pesanti ripercussioni sul tono dell'umore e sulla
possibilità di condurre una vita normale e produttiva. Un italiano su
tre si trova prima o poi a fare i conti con insonnia occasionale e per
il 15% della popolazione il problema diventa cronico, ovvero persiste
per oltre un mese presentandosi almeno tre notti a settimana, esponendo
a rischi rilevanti per la salute.
"Purtroppo solo un terzo dei pazienti con insonnia si rivolge al medico
di famiglia e appena il 15 per cento decide di sottoporsi a una visita
dal neurologo", rileva la Marciani. Molti non ne parlano al medico per
paura delle terapie farmacologiche, e si assiste al paradosso di
pazienti insonni che non si curano accanto ad altri che assumono
medicine anti-insonnia per anni senza un reale bisogno. Ammettere il
disturbo del sonno e rivolgersi al medico per iniziare una terapia
adeguata è invece il primo fondamentale passo per riavere notti
tranquille e soprattutto evitare di accumulare chili di troppo e danni
alla salute.
E poi ci sono semplici ma preziosi consigli che tutti dovrebbero seguire
scrupolosamente, concludono gli esperti: dormire solo il tempo
sufficiente per un'adeguata efficienza nel giorno successivo; coricarsi
a ore regolari la sera e alzarsi sempre alla stessa ora al mattino; non
recuperare il sonno con sonnellini pomeridiani; svolgere moderato
esercizio giornaliero, ma non nelle ore precedenti il sonno; non dormire
in ambienti rumorosi, troppo caldi, troppo freddi; non assumere
cronicamente pillole per dormire né sostanze stimolanti (caffé, té ecc)
e alcolici la sera; andare a letto solo se si ha sonno; non svolgere la
sera attività mentali troppo impegnative.
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GB: INVENTATA LA SVEGLIA CHE SUONA QUANDO IL SONNO E'
LEGGERO
LONDRA - Venire svegliati
nel bel mezzo della fase di sonno piu' profonda puo' rendere le
persone irritabili e stressate per il resto della mattinata. Ora
pero' alcuni scienziati hanno sperimentato una sveglia in grado
di garantire a chiunque di non scendere dal letto con il piede
sbagliato.
La sveglia, scrive oggi la rivista scientifica britannica New
Scientist, e' infatti in grado di 'leggere' le onde cerebrali ed
identificare il momento in cui il sonno e' piu' leggero ed il
risveglio quindi meno traumatico.
Mentre si dorme - spiegano gli scienziati della Brown University
di Rhode Island che hanno inventato la sveglia - si passa
attraverso una serie di fasi di sonno diverso, quello leggero,
quello pesante e la fase REM. Questi passaggi avvengono
ciclicamente ad intervalli di circa 90 minuti. E'
possibile calcolare l'orario migliore in cui coricarsi tramite questo
sito.
URL:
http://sleepyti.me/
Se si viene svegliati durante la fase di sonno pesante o durante
quella REM, il semplice suono dell'allarme puo' bastare a
provocare sensazioni di irritabilita' e stanchezza per il resto
della giornata.
Tramite una serie di elettrodi ed un microchip, la sveglia, che
viene indossata intorno al capo come una fascia, registra le
onde cerebrali e assicura che l'allarme non suoni proprio quando
ci si trova nella fasi di sonno piu' profonde.
Prima di andare a dormire, basta regolare la sveglia all'ora
limite in cui ci si deve svegliare. Il dispositivo analizza
quindi i dati registrati dagli elettrodi ed identifica l'ultima
fase di sonno leggero prima dell'ora indicata, facendo cosi'
scattare la sveglia al momento giusto.
Unico problema: dato che si basa sulle onde cerebrali e l'ora
limite per il risveglio e' soltanto indicativa, la sveglia non
suona mai alla stessa ora tutti i giorni ed a volte puo'
scattare anche 40 minuti prima dell'ora limite indicata.
L'invenzione e' stata realizzata da un gruppo di studenti - ora
laureati - della Brown University, che avevano tratto
l'ispirazione da una loro amica che sosteneva di non aver
passato un esame perche' si era svegliata male.
''Dato che siamo anche noi persone che spesso soffrono di
carenza di sonno e si svegliano stanche, abbiamo cominciato a
pensare ad un modo per risolvere il problema'', ha spiegato alla
rivista Eric Shashoua, il quale, insieme agli altri ricercatori
neolaureati, ha ora fondato una societa', la Axon Sleep Research
Laboratories, che in nei prossimi mesi iniziera' a
commercializzare la sveglia. L'invenzione potrebbe arrivare sul
mercato europeo entro il prossimo anno, ad un costo di circa 150
euro.
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DORMIRE BENE RIDUCE RISCHI D'INFARTO E
DEPRESSIONE
Dormire male può far aumentare di tre volte il rischio di avere un
infarto, e di quattro volte il rischio che una depressione, anche se ben
curata, si manifesti di nuovo.
Sono 12 milioni gli italiani che, soffrendo di insonnia, hanno
difficoltà di concentrazione e di memoria al risveglio, oltre a
manifestare tensione, irritazione e altri disturbi dell' umore. "Tanto
che - spiega Luigi Ferini-Strambi, presidente dell'Aims - tra tutti i
pazienti di un medico di famiglia, il 66% ha disturbi del sonno".
"Eppure - spiega in un comunicato Mario Giovanni Terzano, ordinario di
neurologia del centro di Medicina del Sonno all'Università di Parma,
assente alla conferenza per motivi di salute - l'insonnia resta ancora
un disturbo sotto diagnosticato, la terapia è applicata poco e male e i
pazienti spesso autogestiscono il trattamento.
In effetti, solo il 16% degli insonni è curato, il 56% non si cura
affatto, il 40,5% rifiuta le cure e il 7,3% ricorre ancora al
fai-da-te". Ma, come ricorda Gianfranco Parati, primario di cardiologia
dell'Istituto Auxologico di Milano, "i disturbi del sonno non vanno
trascurati perché possono comportare gravi ripercussioni sulla salute,
influenzando anche la prognosi di malattie cardiovascolari
concomitanti". Infatti, hanno spiegato gli esperti, durante il sonno il
nostro corpo va in una sorta di 'stand-by', regola cioé tutte le
funzioni vitali al minimo per potersi riposare.
Quando ci svegliamo l'organismo si 'riattiva' liberando l'ormone dello
stress, il cortisolo, e innalzando la pressione sanguigna, in modo da
riattivare tutte le funzioni. Normalmente dormire bene inibisce il
rilascio di cortisolo durante il sonno; invece dormire male, con
frequenti risvegli notturni o riposando solo per poche ore, fa sì che
l'ormone dello stress continui a stimolare il nostro sistema
cardiovascolare, letteralmente bombardandolo di stimoli. "Non è allora
un caso - aggiunge Parati - se la maggiore incidenza di ictus e infarti
è alle prime ore del mattino".
Senza contare che l'insonnia, commenta Giovanni Muscettola, psichiatra
all'Università Federico II di Napoli, può essere sia causa che sintomo
di disturbi come la depressione, tanto che quest'ultima è presente nel
20-35% dei pazienti con insonnia cronica. "E quando depressione e
insonnia sono concomitanti - continua il professore -, bisogna curarle
entrambe. Purtroppo non è una cosa così scontata: nelle Linee Guida
internazionali per la cura della depressione, infatti, la terapia
dell'insonnia non è ancora stata riconosciuta. E questo nonostante ci
siano dati che dimostrano come i disturbi del sonno non curati possono
portare ad una ricaduta nella depressione".
Insomma, cosa bisogna fare se si comincia a soffrire di insonnia per
lunghi periodi? Sicuramente consultare il proprio medico, con cui
discutere un'eventuale cura farmacologica, rispondono gli esperti. "E
non bisogna demonizzare l'uso dei farmaci - conclude Ferini-Strambi -.
Un farmaco per la terapia dell'insonnia, usato per 3-4 settimane, può
infatti impedire che i disturbi del sonno diventino cronici".
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